Si tratta di un oggetto domestico discreto, una piccola ma fondamentale presenza. E a Milano - città natale di Caccia Dominioni - “ghisa” è anche il soprannome che veniva dato affettuosamente ai vigili urbani, proprio per il loro austero copricapo scuro. Siamo di fronte a un progetto di pura geometria, quasi astratto, tutto dedicato alla funzione, proprio dalla pesante base sembra partire un gioco di angoli e inclinazioni che fanno quasi fluttuare tutta la struttura, in un sapiente gioco di equilibri sottilissimi resi possibili dalla solidità dei materiali. Base Ghisa è accomunata alla sorella maggiore Monachella dalla forma del paralume, elegante e inclinato con grazia, che nasconde la lampadina e impedisce sapientemente di farsi accecare dalla luce diretta, ma che garantisce un cono di luce ampio e avvolgente nonostante le dimensioni ridotte della lampada. Il colore scuro fa sì che la lampada scompaia nella stanza buia, lasciando la luce come vera e unica protagonista dell’ambiente.