Ad un primo sguardo pare di trovarsi di fronte ad uno strano oggetto, quasi lo scheletro di una sedia non finita. E invece no, perché con questa opera Caccia Dominioni non ha disegnato soltanto una nuova sedia, ma ha definito anche il comportamento di chi la utilizza. Catilina, infatti, non è pensata per rilassarsi e lasciarsi andare, ma nasce per invitare ad assumere una postura sobria ed elegante. Ci si siede come si farebbe sullo scranno di un senatore dell’antica Roma, magari quello di Lucio Sergio Catilina, da cui la seduta prende il nome. Ma i riferimenti possibili sono tantissimi, perché può ricordare un trono medievale oppure una classica sedia cinese con schienale a ferro di cavallo. Catilina è un tratto disegnato, un gioco di curve, un oggetto che - come amava dire Caccia Dominioni stesso - è “fatto di niente, una piattina appena, appena curvata”. Comunque la interpretiamo, Catilina definisce una nuova categoria di prodotto, in cui si deve stare comodi (come garantisce il cuscino imbottito) ma non abbandonati in pose poco raffinate. Anzi, appoggiando le braccia all’altissima piattina che circonda il corpo, immediatamente si assume un atteggiamento regale, impossibile da avere se ci tuffiamo tra i cuscini di un divano. Una sedia? Una poltrona? Forse potremmo definirlo “trono domestico”.