Si tratta di un riflettore orientabile montato a una fascia in pelle, le cui estremità sono imbottite con dei pesi, in modo da garantirne la stabilità. Questa soluzione è presa a prestito dalla sartoria più raffinata, in cui le estremità inferiori delle giacche nascondono catene o piombini che garantiscono che siano sempre à plomb. L’interruttore a pressione - un vero e proprio archetipo a sua volta - diventa elemento tanto funzionale quanto decorativo. Come in molti suoi progetti, anche qui Caccia Dominioni privilegia la mobilità: infatti la lampada si può spostare da un ambiente all’altro con estrema facilità, quasi come se fosse un accessorio da indossare e non un oggetto d’arredo. L’idea arriva a Caccia Dominioni osservando una lampada “brutta ma molto funzionale” di proprietà della cognata, lampada che lui voleva rendere più bella. Ci troviamo di fronte a una sorta di operazione di objet trouvé, di ready-made, tipica dell’arte contemporanea di tutto il Novecento. Attraverso il tocco del Maestro, l’unione di oggetti già noti dà origine a un prezioso oggetto di artigianato italiano. Il risultato è sotto i nostri occhi ed è - nelle parole di LCD stesso - una lampada “elegante certo, efficace ovvio, eccentrica soprattutto”.